Il 25 febbraio 2025, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) ha emesso una sentenza chiave in materia di concorrenza digitale, esaminando il caso del rifiuto di Google di integrare l’app JuicePass di Enel X Italia su Android Auto. La questione era nata dopo che l’AGCM aveva multato Google per oltre 102 milioni di euro nel 2021, ritenendo che la mancata inclusione dell’app limitasse la concorrenza e favorisse i propri servizi.

La CGUE ha valutato il caso alla luce della sentenza Bronner, causa c-7/97 del 1998, secondo cui il rifiuto di accesso a una risorsa essenziale è un abuso di posizione dominante solo se l’accesso è indispensabile per operare sul mercato. Tuttavia, la Corte ha chiarito che questo criterio va interpretato in modo flessibile: nel caso di Android Auto, che già ospita app di terze parti, l’esclusione di JuicePass potrebbe effettivamente restringere la concorrenza.

Un altro punto centrale riguarda la natura dell’abuso concorrenziale: non è necessario che un’impresa dominante elimini un concorrente per violare le norme antitrust, basta che ne ostacoli la crescita. Inoltre, Google poteva giustificare il rifiuto solo dimostrando rischi concreti di sicurezza o interoperabilità, e non semplici difficoltà risolvibili con investimenti ragionevoli.

Infine, la CGUE ha sottolineato che la definizione del mercato rilevante non deve essere rigido, ma deve considerare anche l’evoluzione del settore digitale per evitare restrizioni concorrenziali future. Questa sentenza crea un precedente significativo per il controllo delle grandi piattaforme digitali nell’UE.